Partiamo da Orchi (Conca della Campania)
Raggiunto il piccolo borgo di Orchi, frazione di Conca della Campania dal nome evocativo, parcheggiamo li dove troviamo posto e iniziamo ad attraversare il centro abitato in direzione sud ovest alla volta della nostra meta finale, il Santuario dei Lattani. In breve si arriva alla fine della strada asfaltata e all’inizio del sentiero vero e proprio.
Il primo tratto è in salita ma il sentiero è ampio e mai impervio. Inoltre, il paesaggio è bellissimo. Si cammina, infatti, costeggiando fitti boschi di castagni ben tenuti e curati che cambiano aspetto e colori con lo scorrere delle stagioni. Di un verde intenso in primavera-estate, di varie sfumature di marrone quasi rosso in autunno, nudi e spogli in inverno.
Quasi all’apice del primo tratto di salita, si arriva ad un bivio. Come indicatoci dalla segnaletica C.A.I., teniamo la sinistra e continuiamo la nostra escursione. Ora si inizia addirittura a scendere, sempre dolcemente, sempre immersi nei preziosi castagneti sui quali si basa l’economia locale. Rispettiamoli e non oltrepassiamo le recinzioni che delimitano le proprietà private. Raccogliamo, semmai, le castagne che scorgiamo sul sentiero e osserviamo le forme che gli alberi secolari assumono lungo il cammino. Alcuni sono davvero suggestivi, con ampie radici nodose e fusti scavati quasi a sembrare la tana di un elfo o di qualche altra fantastica creatura del bosco.
Quasi alla fine della discesa, lasciamo l’amipo sentiero per uno più stretto svoltando a sinistra. In realtà, potremmo anche continuare dritti ma così facendo dovremmo poi percorrere un più lungo tratto asfaltato sul ciglio della strada provinciale 14. Incontreremo, comunque, la SP14 poco più avanti ma solo per attraversarla.
Continuiamo, quindi, sul nostro sentiero ancora per 500 metri, poi svoltiamo a destra ed eccoci sulla strada provinciale ai piedi del monte dei Lattani in pieno territorio del Parco Regionale Roccamonfina – Foce Garigliano.
Salita verso il Santuario dei Lattani
L’ascesa verso il Santuario, 2,6 km, è costante ma mai particolarmente faticosa. Il sentiero è sempre ampio e ben segnalato. Inoltre, il tratto che stiamo percorrendo ha una particolarità che ci apparirà evidente al ritorno. Stiamo, infatti, salendo lungo il lato esterno della caldara del vulcano spento di Roccamonfina. Sebbene inattivo da oltre 50.000 anni, produce ancora oggi effetti positivi sulla fertilità delle terre e sulle caratteristiche oligominerali di varie sorgenti d’acqua della zona, alcune delle quali imbottigliate e vendute da importanti e noti marchi nazionali.
Continuando la salita non dimentichiamo di guardarci intorno. Muretti a secco ricoperti di muschio, cespugli di felci e alberi dalle forme bizzarre arricchiscono il panorama e ci accompagnano verso la meta. L’ultima sorpresa prima di giungere al Santuario ci aspetta proprio alla fine del sentiero sterrato. Strane incisioni nella roccia e nel lastrico, forse risalenti al periodo della Seconda Guerra Mondiale, ci accolgono proprio prima di tornare sulla strada asfaltata, ormai in vista del Santuario dei Lattani.
E’ ora di una sosta panoramica
Siamo quasi giunti in vetta dove faremo una bella e meritata sosta per il pranzo. Non perdiamo, però, l’occasione per una breve visita al Santuario dei Lattani. Ad accoglierci, appena fuori il portone d’ingresso al cortile, troviamo un albero splenditamente inciso con l’effige della Madonna. Varchiamo, quindi, il portone e visitiamo la Chiesa quattrocentesca, il chiostro e la grotta. Se siamo fortunati, possiamo trovare anche qualche bancarella dove poter comprare prodotti alimentari locali.
In fine, finita la visita, riprendiamo la salita verso l’area panoramica dove rifocillarsi e ammirare il panorama sulla valle sottostante e l’abitato di Roccamonfina. Lo spiazzo, attrezzato con un paio di tavoli, è poco sopra il Santuario, oltre la terrazza del vecchio ristoante ora in rovina, in prossimità di un ripetitore e proprio a ridosso di una statua dedicata anch’essa alla Madonna. Riposiamoci e ammiriamo il panorama dal crinale della caldara nella quale entreremo tra poco.
Attraversiamo la caldara del Vulcano di Roccamonfina
Riposati e rifocillati è ora di intraprendere la strada del ritorno, appena più lunga dell’andata. Superiamo, quindi, il Santuario e, oltrepassando il sentiero dal quale siamo venuti, continuiamo sulla strada asfaltata fino alla frazione Gallo. Due svolte a destra, sempre sull’asfalto, e proseguiamo fino ad incontrare un’area pic nic recintata. Qui la strada si biforca. Noi teniamo ancora una volta la destra e proseguiamo sulla strada di asfalto mal messo che cede sempre più spazio allo sterrato.
La caldara è ora ben visibile attorno a noi. E, attorno a noi, gli immancabili castagneti hanno nuovammente preso il posto delle sparute case incontrate poco fa. Lo spettacolo lascia incantati in qualunque periodo dell’anno decidiate di venire. Inoltre, il sentiero è ampio e sempre in leggera discesa. Poco prima di uscire dal cono del vulcano ritroviamo l’asfalto di via Prato Longo e poi nuovamente la SP14.
Torniamo a Orchi
Ancora due chilometri ci separano dalle macchine. Attraversata la statale ci addentriamo in un’altra area pic nic privata e da li, in leggera salita, riprendiamo il sentiero del ritorno parallelamente a quello fatto all’andata. I boschi sono sempre li a farci compagnia e sulla sinistra, in lontananza, possiamo scorgere l’abitato di Conca della Campania. Manca ormai poco all’arrivo quando giungiamo al bivio già incontrato all’andata. Allora svoltammo a sinistra. Ora veniamo da destra. E’ anche finita la salita e il resto del sentiero, già percorso in precedenza, è in discesa. Alla fine ritroviamo l’asfalto e le case di Orchi, forse un pò stanchi ma con l’immancabile entusiasmo che solo una giornata in Natura sa dare.