Cosa è il Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei
Il Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei è un luogo di culto cattolico e uno dei santuari mariani più visitati in Italia, con oltre 2 milioni di visitatori all’anno. Insignito della dignità di basilica pontificia, denominazione onorifica concessa dal Papa, è anche cattedrale della prelatura territoriale e sede della delegazione pontificia.
Breve storia del Santuario di Pompei
Fondato da Bartolo Longo e Marianna Farnararo de Fusco, il Santuario di Pompei è un simbolo di fede e beneficenza. Iniziato nel 1876, fu elevato a basilica pontificia maggiore nel 1901 da papa Leone XIII. Originariamente con una sola navata, fu ampliato tra il 1934 e il 1939 con due navate minori, una cripta e una nuova cupola. Nonostante l’eruzione del Vesuvio del 1944 e l’occupazione nazista, è rimasto un punto di riferimento per pellegrini da tutto il mondo. Celebrazioni come la Supplica alla Madonna di Pompei, recitata l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, ne sottolineano l’importanza nella tradizione mariana. Il santuario ha ospitato illustri visitatori e santi, tra cui San Pio da Pietrelcina, San Giuseppe Moscati, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco.
La Missione Mariana del Rosario
Pompei, oltreché per lo straordinario parco archeologico, si distingue anche come centro internazionale di spiritualità del Rosario. Il Santuario, infatti, accoglie pellegrini da tutto il mondo promuovendo la Missione Mariana del Rosario. Fondata negli anni ’50 del XX secolo, si basa sulla preghiera mariana e mira a portare l’icona della Beata Vergine del Santo Rosario nelle comunità parrocchiali, promuovendo la contemplazione dei misteri di Cristo attraverso Maria. Il fulcro della missione è offrire un’esperienza di conversione, missione, servizio di carità e promozione della pace seguendo l’esempio del beato Bartolo Longo.
I fondatori del Santuario Di Pompei
Beato Bartolo Longo
Bartolo Longo nasce il 10 febbraio 1841 a Latiano (BR). Dopo essersi riavvicinato alla fede cattolica, nel 1872 si stabilì a Pompei dove promosse il Rosario come strumento di salvezza. Costruì la chiesa dedicata alla Madonna del Rosario e nel 1875 ricevette l’immagine della Vergine del Rosario. Nel 1877 promosse i Quindici Sabati e nel 1879 scrisse la Novena alla Vergine del Rosario di Pompei. Fondò il periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei” e contribuì allo sviluppo della comunità, con infrastrutture come case, telegrafo, stazione ferroviaria e ospedale tanto che nel 1928 Pompei fu riconosciuto comune autonomo.
Fondò asili, oratori, le “Case operaie”, l’Orfanotrofio Femminile e ospizi per i figli dei carcerati. Morì il 5 ottobre 1926 e fu beatificato da Giovanni Paolo II nel 1980. Oggi, i centri educativi del Santuario di Pompei continuano la sua missione di assistenza e formazione per i giovani.
Contessa Marianna Farnararo
Marianna Farnararo nasce il 13 dicembre 1836 a Monopoli. Orfana fin da bambina, fu educata in un istituto religioso e sposò il Conte Albenzio De Fusco nel 1852, trasferendosi a Napoli. Dopo la morte del marito, ereditò proprietà nella Valle di Pompei e chiese l’aiuto di Bartolo Longo per gestirle. Collaborò strettamente con lui nella diffusione del Rosario tra i contadini locali e, su consiglio di Papa Leone XIII, lo sposò nel 1885. Dedicò cinquant’anni alla diffusione del culto mariano, al servizio della Chiesa e degli emarginati, contribuendo anche finanziariamente alla costruzione del santuario. Realizzò l’Orfanotrofio Femminile nel 1887 e documentò le origini del Santuario di Pompei nel suo “Pro Memoria – Cenni sulle origini del Santuario di Pompei”. Morì a Pompei il 9 febbraio 1924, lasciando un’eredità di fede e dedizione che perdura ancora oggi.
Cosa vedere al Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei
Sebbene il Santuario presenti elementi di pregio architettonico ed artistico, la sua importanza è legata prevalentemente alla sua natura di luogo di culto e centro di devozione mariana. Per questo motivo ho preferito dare maggiore importanza ai luoghi e agli oggetti maggiormente rilevanti per i fedeli e i pellegrini dividendo nettamente i luoghi dello Spirito dai luoghi dell’Arte. Con questa necessaria premessa addentriamoci alla scoperta del Santuario di Pompei.
I luoghi dello Spirito
Il dipinto della Madonna
Il dipinto della Madonna esposto nel trono sull’altare maggiore è il principale riferimento spirituale del Santuario di Pompei.
Recuperato da Bartolo nel Conservatorio del Rosario di Portamedina a Napoli e portato a Pompei il 13 novembre 1875, il dipinto si presentava logoro e mal ridotto, con la Madonna che porgeva la corona a santa Rosa invece che a santa Caterina da Siena.
Più volte restaurato ha visto, tra l’altro, la trasformazione della figura di santa Rosa in santa Caterina da Siena. Tra tutti, il restauro più significativo è quello del 1965 che ha permesso di recuperare i colori originali e di eliminare quasi tutte le pietre preziose apposte dai fedeli per devozione negli anni precedenti. Al termine dell’intervento di restauro l’icona fu venerata per alcuni giorni nella basilica di San Pietro e incoronata da papa Paolo VI il 23 aprile.
Nel 2000, per il 125º anniversario, il dipinto fu esposto per cinque giorni nel Duomo di Napoli, venerato da migliaia di fedeli. Nel 2002, su richiesta di papa Giovanni Paolo II, l’icona tornò a piazza San Pietro per la firma della lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae.
L’icona raffigura la Madonna in trono con Gesù, san Domenico e santa Caterina da Siena. È incastonata in una cornice di bronzo dorato su fondo di onice, circondata da tondi che rappresentano i misteri del Rosario, gaudiosi, gloriosi e dolorosi, e i misteri luminosi aggiunti da San Giovanni Paolo II nel 2002. Davanti all’Icona, 15 lampade a olio a forma di rosa bruciano costantemente, simbolo di devozione perpetua.
La cappella del beato Bartolo Longo
La Cappella dedicata al Beato Bartolo Longo, adiacente al Santuario, è stata realizzata durante i lavori per il Grande Giubileo del 2000. Sotto l’altare si trova un’urna contenente le spoglie del Beato Bartolo Longo. Raffigurato in un simulacro di resina che conserva i suoi resti mortali, è vestito con un abito nero e il mantello dei Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme al quale Bartolo Longo apparteneva.
L’appartamento di Bartolo Longo
Dal 5 ottobre 2018, i visitatori del Santuario possono esplorare lo studio e la camera da letto di Bartolo Longo. Qui è esposta una copia della prima versione della Supplica composta nel 1883. La camera è semplice, con un letto, pochi mobili, sedie e dipinti religiosi. Un inginocchiatoio per la preghiera, fondamentale insieme all’Eucarestia quotidiana, completa l’arredo essenziale, riflettendo il suo distacco dai beni materiali. Nello studio, scrisse molte delle sue opere, tra cui “I Quindici Sabati del Santissimo Rosario” e diverse novene. Bartolo Longo morì il 5 ottobre 1926, a ottantacinque anni, sul letto ora esposto nella sala.
Cripta
Altro luogo di profondo impatto spirituale è la cripta del Santuario. Ricavata tra le fondazioni dopo i lavori di ampliamento negli anni trenta, serve come secondo santuario per le messe e le confessioni. Qui riposano i resti della Contessa De Fusco, consorte di Bartolo, del padre Alberto Radente, confessore del Beato, e di suor Maria Concetta De Litala, custode originale del quadro della Madonna dato a Bartolo Longo nel 1875. Dal 2007, la cripta ospita anche il Servo di Dio Francesco Saverio Toppi, Arcivescovo Prelato di Pompei dal 1990 al 2001, per il quale è stata aperta la causa di beatificazione e canonizzazione nel 2014.
Ex voto
I locali adiacenti al Santuario di Pompei sono organizzati in quattro grandi corridoi che ospitano numerosi ex voto, tra cui dipinti, composizioni, oggetti, fotografie e testi. Questi ex voto sono offerte a Dio, alla Vergine o a un Santo come ringraziamento per una grazia ricevuta, spesso accompagnati dalla sigla “V.F.G.A.” (Votum fecit, gratiam accepit). Testimoniano sofferenze superate e gratitudine per le preghiere esaudite, rendendo visibili i miracoli lungo i corridoi del luogo sacro.
I luoghi dell’Arte
La facciata del Santuario
Il Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei si distingue per la sua facciata basilicale inaugurata nel 1901, caratterizzata da due ordini architettonici – ionico nella parte inferiore e corinzio in quella superiore. La facciata è arricchita da un portico con quattro nicchie contenenti statue in marmo di Santi e un attico con balaustra, orologio, meridiana e la statua centrale della Vergine del Rosario simboleggiante la Pace Universale.
L’interno del Santuario
L’interno del Santuario accoglie i visitatori con affreschi, mosaici e marmi policromi. La navata centrale è dominata da un affresco monumentale sulla volta e statue bronzee dei Fondatori. L’abside presenta colonne marmoree e un affresco dell’Assunzione della Vergine nella volta. Il presbiterio ospita l’altare maggiore su predella marmorea e il trono per l’icona della Madonna, punto focale dell’esperienza mariana a Pompei.
La cupola centrale, alta 57 metri, ospita un affresco che rappresenta la “Visione di San Domenico“. Le cappelle laterali, tre per lato, sono adornate con mosaici che rappresentano i misteri del Rosario e ospitano sei altari dedicati a figure di Santi importanti. Nella crociera, spiccano due cappelle: la Cappella di San Michele Arcangelo a sinistra e la Cappella di San Giuseppe a destra.
Entrando nel Santuario, si passa sotto la cantoria decorata con sculture e intagli in oro zecchino, sostenuta da colonne di marmo verde chiazzato di rosso, che racchiude l’organo maggiore. Commissionato da Bartolo Longo, l’organo originale fu installato nel 1890 e ricostruito nel 1952. Ha 87 registri e 5624 canne. Accanto all’altare maggiore, un altro organo più piccolo è stato aggiunto nel 2011.
Museo diocesano
Il Museo Diocesano di Pompei è stato istituito nel 1900. Ampliato e ristrutturato nel 1970 e nel 2000, è situato all’interno del Santuario al piano interrato del corridoio est. La collezione comprende argenti, ori, arredi liturgici, porcellane di Capodimonte e altri oggetti di grande valore. È visitabile tutti i giorni dalle 8.00 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Campanile
Il campanile del Santuario, alto 80 metri e sormontato da una cupola con una croce gemmata in rame e bronzo, fu costruito tra il 1912 e il 1925. Si sviluppa su cinque ordini sovrapposti ed è decorato con angeli in bronzo e una statua del Sacro Cuore di Gesù. Ha otto campane, fuse con bronzo di cannoni da guerra, azionate elettricamente. Restaurato dopo il terremoto del 1980, offre una vista panoramica sul golfo, l’Appennino, gli Scavi di Pompei, il Vesuvio e la Valle del Sarno, ed è accessibile tramite ascensore.