Che cosa è il Real Belvedere di San Leucio
Il Real Belvedere di San Leucio è un complesso architettonico voluto da Ferdinando IV di Borbone. È costituito da appartamenti reali, un opificio serico e un giardino. È il fulcro di un più ampio progetto urbanistico e sociale che avrebbe dovuto portare alla nascita di una nuova città, Ferdinandopoli, mai completata. Il borgo di San Leucio, poco distante dal centro di Caserta, si sviluppa attorno al Belvedere e costituisce la parte effettivamente realizzata della nuova città.
Il Real Belvedere di San Leucio oggi ospita il Museo della seta.
Insieme al Palazzo Reale di Caserta e all’Acquedotto Carolino del Vanvitelli, il Real Belvedere è considerato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Prima di essere acquistato dai Borbone, il palazzo del Belvedere era una residenza dei principi Acquaviva. Era costituito da un edificio a pianta rettangolare con un cortile centrale in stile rinascimentale. Successivamente all’acquisizione furono aggiunti altri corpi di fabbrica. Infine, durante l’epoca francese fu aggiunta, sul lato destro del complesso, la filanda e nel 1823, sopra di questa, la coculliera, cioè il locale adibito al deposito e alla preparazione dei bachi da seta in attesa della trattura.
Cosa vedere nel Real Belvedere di San Leucio
Il Real Belvedere di San Leucio ospita oggi, in una parte limitata del più amplio complesso, il Museo della Seta articolato in tre sezioni:
- Archeologia Industriale;
- Appartamenti Reali;
- Reali Giardini;
Inoltre, poco distante dal Palazzo del Belvedere, si trova la Casa del Tessitore, accessibile con un biglietto separato.
Sempre all’interno del Belvedere, ma accessibile gratuitamente solo durante le celebrazioni eucaristiche (sabato alle 17 e domenica alle 11), si trova la Chiesa di San Ferdinando Re.
Museo della seta
Archeologia Industriale
Il percorso di visita inizia dalla sezione di Archeologia Industriale. Si parte dal piano terra dell’edificio principale, là dove una volta, tra l’altro, c’era la scuola, l’abitazione del parroco e della maestra. Subito si incontrano i bozzoli dei bachi da seta, gli attrezzi per la trattura ed i primi locali destinati alla tintura, con le vasche scavate nel pavimento. Sempre al piano terra è possibile vedere due grandi torcitoi cilindrici in legno, noti anche come mulini da seta, sui quali 1200 rocchetti ruotano all’unisono. Questi torcitoi, originariamente azionati da una ruota idraulica situata nel sottosuolo, sono stati ricostruiti negli anni novanta del secolo scorso seguendo i disegni originali.
La sezione di archeologia industriale prosegue poi al primo piano là dove si trovavano le sale dei telai. Vi si possono ammirare numerosi macchinari e attrezzature dell’epoca utilizzate nella lavorazione della seta. Tra questi nove telai a mano, completamente restaurati e funzionanti, e alcune macchine Jacquard a schede perforate.
Infine, a conclusione della sezione, sono esposti vari tessuti di produzione moderna. Testimoniano la fama di cui godeva, ed in parte gode ancora, la produzione serica locale. Non è un caso, infatti, che provenga da qui la seta utilizzata per arredare alcune tra le più prestigiose residenze e palazzi istituzionali in tutto il mondo. Tra questi il palazzo del Quirinale, il Vaticano, la Casa Bianca e Buckingham Palace.
Appartamenti Reali
Finita la sezione di archeologia industriale si accede direttamente agli appartamenti reali posti anch’essi al primo piano. Si tratta di una serie di ambienti destinati a vari usi, sala da pranzo, camera da letto, bagni, locali di rappresentanza, nei quali è possibile ammirare l’uso creativo della seta nell’arte e nell’arredamento, contribuendo a rendere l’Appartamento Reale un luogo davvero affascinante.
Fra gli ambienti più interessanti spicca il Bagno di Maria Carolina. Si tratta di un ampio ambiente quasi interamente occupato da una grande vasca circondata da gradoni. La stanza è completamente decorata con dipinti ad encausto eseguiti nel 1792 da Philip Hackert, il primo pittore di corte. La tecnica dell’encausto, nota già in epoca romana, consiste nell’utilizzare colori mescolati alla cera e dona alla superficie dipinta un aspetto particolarmente brillante, quasi traslucido.
Altri ambienti di pregio sono la sala da pranzo, decorata con dipinti che raffigurano storie della vita di Bacco, e la camera da letto sul soffitto della quale spicca l’affresco dell’Aurora opera di Giuseppe Cammarano, già professore alla Real Accademia di Belle Arti e autore di altri pregevoli capolavori nella Reggia di Caserta.
Ti segnalo, infine, il Coretto da cui i sovrani potevano assistere alle celebrazioni liturgiche nella sottostante chiesa di San Ferdinando Re dove in epoca rinascimentale era il salone delle feste. La chiesa è tuttora aperta al culto. Vi si accedete dalla scala a doppia rampa posta sulla facciata principale proprio di fronte allo spiazzo panoramico che domina il borgo sottostante e dal quale è possibile vedere il golfo di Napoli con le sue isole e, sulla sinistra, il Vesuvio.
Oltre a queste, vi sono poi altre numerose stanze fra cui un piccolo studiolo nell’angolo sud occidentale dell’edificio e altri ambienti tutti accomunati dalla preziosa presenza della seta.
Reali Giardini
Completata la visita delle sezioni interne del Museo della Seta è il momento di recarsi nella parte occidentale del Real Belvedere. Qui si trovano i giardini all’italiana, ripristinati nel loro aspetto originario dopo studi e rilievi approfonditi.
Articolati su diversi livelli collegati da scalette, accolgono nella loro struttura geometrica fontane circondate da alberi da frutta come pero, melo, pesco e melograno. Vi è anche una parte dedicata esclusivamente agli agrumi.
La visita al giardino è compresa nel biglietto del Museo della Seta ma, per motivi di sicurezza, non è consentita in caso di maltempo.
Casa del Tessitore
Situata al di fuori del Real Belvedere, al civico 8 del casamento di destra dei due che si distendono ai piedi della scala a doppia rampa che conduce all’opificio, la Casa del Tessitore è una delle trentasette unità abitative originarie. È un esempio rappresentativo dell’abitazione dell’operaio leuciano.
Arredata con mobili dei primi anni del ‘900, offre una ricostruzione delle condizioni di vita degli operai, aprendo una finestra sulla vita quotidiana dell’epoca.
Tutte le abitazioni, che si sviluppavano su due piani, erano dotate di servizi igienici, acqua corrente e un piccolo orto/giardino sul retro per garantire il benessere delle famiglie degli operai.
La casa, già arredata, era data in uso gratuito agli operai dal Re e, fra gli elementi d’arredo, spiccava un telaio come quello che si può ancora vedere al pian terreno. Questo telaio aveva, tra gli altri, lo scopo di permettere alle donne in gravidanza di lavorare da casa senza necessità di recarsi in fabbrica. Consentiva, inoltre, ai giovani ancora impegnati nell’apprendimento dei mestieri, di allenarsi ed acquisire quell’abilità senza la quale non avrebbero potuto sposarsi ed iniziare a lavorare.
La casa del tessitore è visitabile con un biglietto separato rispetto a quello del Museo della Seta.
Cenni storici
Le origini della lavorazione della seta nel Regno di Napoli
La lavorazione della seta non era una novità per il regno borbonico. Già a partire da fine quattrocento l’arte della produzione serica era conosciuta a Napoli e a Catanzaro, crescendo sensibilmente di importanza nel corso del XVII secolo sotto gli Aragonesi. Proprio a Napoli è ancora oggi possibile visitare un segno tangibile dell’importanza raggiunta dalla Corporazione della Seta in quel periodo: la Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, realizzata dalla ricca e potente Corporazione nel 1641.
Ai Borbone, a Carlo I e Ferdinando IV in particolare, si deve invece il trasferimento della produzione da Napoli a San Leucio a metà settecento.
Ferdinandopoli
La storia del Real Belvedere e del borgo di San Leucio come li vediamo oggi inizia nel 1773 li dove sorgeva una residenza rinascimentale dei principi Acquaviva.
Fu Ferdinando IV di Borbone a dar vita al progetto attratto dalla bellezza dei luoghi e spinto da un animo innovatore, e potremmo dire imprenditoriale, che già aveva portato alla nascita di altri siti produttivi come la colonia agricola di Carditello e la scuola di Botanica nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta.
L’idea originaria, tradotta in progetti concreti dall’architetto e urbanista Francesco Collecini, era quella di realizzare una nuova città, Ferdinandopoli, gravitante attorno a un opificio serico.
Caratterizzata da una pianta completamente circolare, strade radiali e una piazza centrale, avrebbe ospitato anche una nuova Cattedrale e un nuovo teatro e sarebbe servita ad accogliere gli operai della fabbrica.
Proprio le case degli operai, trentasette unità abitative ancora oggi abitate, costituiscono la porzione maggiore dell’odierno borgo di San Leucio e sono allineate su due casamenti ai piedi della scala a doppia rampa che porta al palazzo del Belvedere.
Al fine di dare concreta attuazione al progetto e mettere in moto il complesso produttivo, sostenuto dal re con notevoli risorse, furono inoltre attirati a San Leucio i migliori esperti dell’arte della seta, artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi. Grazie al loro prezioso aiuto fu possibile insegnare alle maestranze locali le tecniche di lavorazione, costruire macchinari e gestire la produzione.
Allo stesso tempo, molti giovani da San Leucio partirono per fare esperienza all’estero, tornando con preziose conoscenze da condividere.
Ferdinando IV promosse, inoltre, la coltivazione del gelso e la bachicoltura per la produzione del baco da seta. Fu così creato un ciclo di produzione completo e sostenibile.
Lo Statuto di San Leucio
Il vero punto distintivo della costruenda città fu, però, lo statuto speciale. Emanato direttamente dal Re nel 1789 era ispirato agli insegnamenti di Gaetano Filangieri. Lo statuto era informato ai principi di uguaglianza e merito. Rifletteva le aspirazioni del dispotismo illuminato e del socialismo reale dell’epoca e poneva la Real Colonia di San Leucio all’avanguardia nell’età dei lumi, un modello di giustizia ed equità sociale raro nel XVIII secolo ma che non sfigurerebbe ancora oggi.
Lo statuto disciplinava la vita degli abitanti della Real Colonia nei minimi particolari. Non era solo la vita all’interno della fabbrica ad essere normata ma l’insieme dei diritti e doveri degli abitanti nei confronti dello stato e tra di loro.
Con specifico riferimento alla vita nella fabbrica, di particolare rilievo fu la fissazione dell’orario lavorativo giornaliero a 11 ore mentre nel resto d’Europa non era inferiore a 14. L’età minima per l’accesso al lavoro era di 15 anni mentre nel resto d’Europa non erano rari i casi di bambini al lavoro addirittura dai 6 anni.
Era prevista e disciplinata l’istruzione tecnica degli operai, tesa ad acquisire la perizia necessaria per poter lavorare nella fabbrica. Essa era affidata a vari Direttori/Direttrici dei Mestieri. Questi dovevano attestare la raggiunta perizia dei giovani in un particolare mestiere affinché gli stessi potessero sposarsi a San Leucio. Questo non per capriccio ma perché solo la raggiunta capacità di lavorare nella fabbrica poteva loro assicurare un reddito dignitoso su cui fondare la nuova famiglia. Infine, non c’era alcuna differenza precostituita tra gli individui, indipendentemente dal lavoro svolto. Uomini e donne godevano di una totale parità nei diritti, nei doveri e nelle opportunità in un sistema basato esclusivamente sul merito.
La fine dell’utopia
Gli eventi successivi alla Rivoluzione Francese, avvento della Repubblica Napoletana e regno di Gioacchino Murat, posero fine al progetto utopico di Ferdinando IV. Neanche la Restaurazione Borbonica del 1815 ridiede slancio al progetto anche se non mancarono alcuni lavori di ampliamento peraltro succedutisi anche durante il periodo francese.
L’Unità d’Italia pose la pietra tombale sul futuro industriale del borgo e sullo statuto. In parte acquisito al demanio statale e in parte gestito da privati, il borgo e le seterie conobbero un lungo e progressivo processo di abbandono e degrado.
Oggi il Complesso Monumentale del Belvedere è di proprietà e gestione del Comune di Caserta. La vecchia fabbrica nel Belvedere ha smesso di funzionare negli anni ’60 del secolo scorso perché le varie famiglie operaie si trasferirono nei territori circostanti per aprire nuove fabbriche moderne e continuare la produzione, ancora oggi di grande pregio. Il Belvedere, dal 1985, ha visto cominciare i grandi lavori di restauro e rifunzionalizzazione che si sono conclusi nel 2000, quando ha aperto al pubblico. È diventato Museo nel 2011 e offre spazi per convegni ed eventi.
Tips e curiosità
- Se hai tempo, ti consiglio di percorrere il breve sentiero sterrato che, partendo dalla vicina frazione Vaccheria, segue parte del tracciato del muro di cinta del Real Belvedere e permette di ammirare dall’alto l’intero complesso monumentale, il borgo di San Leucio e il golfo di Napoli fino all’isola di Capri. Il sentiero è quasi completamente pianeggiante, ben tracciato e adatto a tutti, anche ai bambini;
- Ti ricordo che è prevista una tariffa speciale a soli 4 € per i residenti a Caserta. Se non l’hai ancora fatto, non perdere l’occasione di scoprire le radici della tua città;
Per approfondire
- SAN LEUCIO / STATUTO E BORGO DI “FERDINANDOPOLI” / L’UTOPIA DI FERDINANDO IV (video);
- Scie. – Museo della Seta del Real Belvedere di San Leucio (video);
- Complesso Belvedere di San Leucio – Camper 31/07/2023 (video);
- http://www.sanleucionline.it/home.htm (sito web);
- https://www.realparrocchiasanferdinandoresanleucio.it (sito web);